domenica 26 gennaio 2014

I narcisi color del limone

Che giornata! Ci voleva questo sole e questo venticello. Ma è inverno? Comunque si camminava bene e sono tornata in un posto dove c'è una casa abbandonata e semipuntellata. Lì tanti anni fa viveva certamente una bella famiglia e chissà che fine ha fatto. Davanti o vicino alle case abbandonate, anche se sono ormai diventate rovine, si trova sempre qualche segno della vecchia presenza dell'uomo e della donna: alberi da frutta inselvatichiti, cespugli di rose profumate, e anche questi fiori:

Questi narcisi gialli non sono proprio fuori stagione. A Tofori li ho trovati anche verso Natale...ma bisogna sapere i posti.

giovedì 23 gennaio 2014

Il salice e il fuoco

Una passeggiata con un timido solicello martedì scorso mi ha fatto trovare dei salici germoglianti argentei:


Sopra il camino i salici: sotto, un bel fuoco.



mercoledì 22 gennaio 2014

Ancora sulla cicogna e altre cose

Ma la cicogna non ve l'avevo fatta vedere, oddio la foto non è un granché...ma insomma.
Altre cose sono i movimenti del giardino:

Bulbi di tulipani che si stanno svegliando

sabato 18 gennaio 2014

Il padule e la cicogna

Non si può dire che non abbia piovuto e allora ieri, visto che siamo vicini al padule, siamo andati a vedere dove era andata tutta quell'acqua.


E quando siamo tornati verso casa sul palo della luce, nel vecchio nido che è lì da tanti anni, abbiamo visto la cicogna. A me è sembrato presto ma lei saprà quello che fa.

domenica 12 gennaio 2014

La stradina dei cani e dei gatti

Il solicello mi stimola a fotografare, così ho visto la stradina dei cani e dei gatti nel prato del vicino; e, sempre nei dintorni le margheritine e, nel mio giardino gli iris precoci che si mostravano.




venerdì 10 gennaio 2014

Chétati, ciaccià

Quanti pettegolezzi, quante parole senza senso escono dalla bocca e sono riprese da giornali, dalla tv e così via: noi si diceva ciacciare. - S'è fermato a ciaccià - a parlare, cioè, di cose senza importanza reale. -O ciaccione, o ciacciona- era detto però senza vera cattiveria ma sottolineando che c'era di meglio da fare che stare a ciaccià.
 Se invece si parlava a voce troppo alta e non ci si interrompeva mai ci si sentiva dire  - Chétati, io lai- Chétarsi è un verbo bellissimo. Un posto chéto è anche questo:


giovedì 9 gennaio 2014

Covar la bronza e asserbare

E' proprio il periodo giusto: chi cova la bronza, bambino o adulto che sia, sente che qualcosa cambia nel suo corpo; il bimbo sta fermo, gli occhi si rimpiccioliscono, non ha fame. Sono le ore che precedono l'inizio di una malattia, anche un semplice raffreddore. E allora, la mamma dice: Che fai bimbo, covi la bronza?
L'altra parola è il verbo asserbare. Tipico è: Chi asserba, asserba al gatto. Un'altra espressione che veniva ripetuta spesso quando i bimbi col raffreddore tiravano su col naso invece di soffiarselo era invece questa: Tira su, asserba a Pasqua, fai la torta bella grassa!

lunedì 6 gennaio 2014

Ammodo, ammodino

Fa' ammodo, fate ammodino sono le ultime raccomandazioni che faccio ai figli e agli amici quando tornano a casa dopo una visita, una cena, un pranzo e non me lo scordo mai. Sono espressioni amorevoli che, per averle sentite tante volte, ritornano alla mente ogni volta che qualcuno si allontana da noi. Per questo saranno difficilmente cancellate dal nostro linguaggio.

domenica 5 gennaio 2014

Pietro, abbacca!

La parola che metto oggi è ABBACCA; dice il Vernacolario del Giangrandi saltare, passare oltre con un passo lungo. Le fosse si abbaccavano ad esempio. A proposito di abbaccare, prima di Natale ho incontrato un mio vecchio compagno di scuola che mi ha raccontato questo: suo padre veniva da Siena ed era certo di parlare meglio dei lucchesi, sua madre era lucchese e più semplice. C'era la festa del Corpus Domini e lei si era messa tutta elegante e per l'occasione aveva anche un bel cappello; il marito col figlioletto erano rimasti da una parte della Fiorita e lei dall'altra. Allora, così ben vestita e col cappello urlò al marito: Pietro, abbacca! E lui, sentendola usare quel termine, di rimando: Ma almeno levati quel cappello! Come dire che l'espressione usata non era all'altezza del vestiario. Abbiamo riso fino alle lacrime ma abbiamo concordato che il termine lucchese ABBACCARE era proprio quello giusto. Pietro e il bambino dovevano oltrepassare senza sciuparla la Fiorita quindi bisognava fare proprio un bel BACCO!.

sabato 4 gennaio 2014

Da Lella e altro...

Ieri io e Lucia Rosa siamo andate, come da qualche anno facciamo, a trovare Lella. Lella è stata per tanti anni la "beata" forse più simpatica e semplice che ci accoglieva per la dottrina, per il ricreatorio, per il cinema. Questa piccola visita costituisce una forma di ricordo di quegli anni di infanzia che abbiamo vissuto e lei ne fa parte. Parlando con Lucia Rosa le ho accennato del libro "Vernacolario lucchese" di Giovanni Giangrandi e delle parole e modi di dire che sono quasi andati perduti. Qualcosa però rimane e qualche volta torna alla mente. Penso che metterò alcuni di quei termini: per oggi basti "Labbretto" che era il modo delle nostre mamme di indicare il rossetto. L'avevamo scordato ma l'abbiamo ritrovato.

giovedì 2 gennaio 2014

L'orchidea e l'iris

In casa si sono aperti i fiori dell'orchidea accanto all'albero di Natale. Fuori è sbocciato l'iris. Mi hanno dato il Buon Anno.


mercoledì 1 gennaio 2014

A vedere il mare

Come, quasi, tutti i primi dell'anno io e Silvio si va a passeggiare lungo la foce del Serchio fino al mare. Quest'anno la spiaggia è strapiena di legno: tronchi e rami d'albero ammonticchiati dopo una recente piena del fiume. La quantità di legno supera, per fortuna, quella di plastica, scarpe, scarti di vario materiale.