giovedì 31 gennaio 2013

Siamo alla fine di gennaio e la giornata è strana, ambigua direi: non è freddo e il sole si nasconde dietro nuvole grigio chiaro che lasciano cadere una luce biancastra sulla terra dell'orto-giardino. E' inverno, certo, ma i tulipani si sono alzati, si sente un qualcosa di diverso, viene voglia di prendere rastrellino e paletta e iniziare a ripulire le aiole dalle foglie secche: devo trattenermi perché so che toglierei protezione ai bulbi e alle piante che dovranno sopportare ancora le gelate a venire. Da piccola non avevo orto o giardino, solo i vasi di mamma. Mio padre un anno impiantò una piccola pergola d'uva da mangiare, non durò tanto ma ricordo che seminò, lì accanto alla vite, i campanelli (ora so che si chiamano convolvoli) che fiorirono per tutta un'estate, blu e bianchi, rallegrando la casa e la corte.

mercoledì 30 gennaio 2013

Nei giorni passati sono andata a cercare "erbi", noi si diceva "a far gli erbi" come "a far i funghi". Le donne della corte "facevano gli erbi" e li pulivano lì nei prati prima di portarli a casa e lavarli "a tant'acque" specialmente se nei giorni prima aveva piovuto. Dietro la corte, a nord, una distesa di campi quasi tutti a fieno permetteva questa raccolta e mia madre, in primavera e in autunno andava spesso; a volte la seguivo e imparavo gli erbi. E' una tradizione che ho sempre conservato anche perché mi piacciono molto sia lessati e conditi con buon olio, sale e aceto, sia sfritti con uno spicchio d'aglio. E'  rilassante camminare nei prati e chinarsi a raccogliere le erbe buone: sono un pò diverse qui dove abito ora, ad esempio gli erbi veri, come li chiamava mia madre, scarseggiano mentre abbondano le cicerbite azzurrine e pelose, gli ingrassaporci, che non si conoscevano nemmeno, le senapi, le cicorie, i piscialletti. Forse ormai quegli erbi buoni scarseggiano anche nei campi dietro Fibbiani ma sono fortunata ad avere ancora il privilegio di raccoglierli.

lunedì 28 gennaio 2013

Oggi trascrivo in gran parte quanto mi scrive Lucia Rosa sul tema dei panni stesi ad asciugare e altro..

"I panni bianchi stesi che sventolano con la tramontana mi hanno sempre fatto tanta allegria. Mi sembrano bandiere universali, bandiere di pace, aquiloni legati ai fili dei panni. Per le nostre nonne erano anche beni preziosi da tutelare, da mettere dentro la sera, anche se non erano ancora asciutti perchè te li potevano rubare o ti ci potevano dare il malocchio. Erano beni da rattoppare nei punti lisi con dei rettangoli cuciti a macchina perchè dovevano durare. La zia Geni era maestra del rattoppo, non era una vergogna rattoppare, eravamo tutti rattoppati ma nel banco c'erano gli asciugamani nuovi, mai usati, che ho usato poi io con Carla quando la zia è morta.C'erano delle coperte di trina bellissime, delle federe tutte intagliate che lei non ha mai usato.
Io uso tutto: quando ci ho gli amici uso le tazze dell'800 per il caffè, i bicchieri di cristallo del 1929, i bicchierini da rosolio. Quando passa la Befana e faccio la cioccolata, uso le tasse da caffellatte del 1929, quelle che furono anche della prima Comunione..Tanto quando muoio le nuore e i figlioli tirano via tutto perchè loro non ci sono affezionati a queste cose. Oggi c'è L'Ikea...
Ma ritornando ai lenzuoli io dico sempre che a chi ha inventato la lavatrice gli darei il Nobel....Però una volta l'anno, d'agosto vado al lavatoio a Farneta a lavare tappeti e piumoni con Cristina e godo tanto: Ritorno bamboretta, stendo tutto sull'erba e porto a casa anche il profumo della menta e della nepitella.  Ciao Lucia Rosa

venerdì 25 gennaio 2013

Oggi finalmente è arrivata la tramontana, quel vento freddo e secco che ci faceva (e ci fa) diventare rosse le gote. Allora i panni stessi facevano festa e le finestre e i fili più lunghi legati a pali resistenti erano come decorati di forme e di colori. Le lenzuola bianche erano lo spettacolo migliore e la cosa più bella era quando venivano piegati: una donna aiutava l'altra e noi si passava di sotto a ridere ripetendo il gioco finché le mamme, anche loro sorridenti, ce lo facevano fare. Anche oggi m'incanto davanti ai panni stesi e sventolanti, e la tramontana mi rinvigorisce. Di lenzuola bianche se ne vede poche, di donne che si aiutano nel piegarle ancora meno ma almeno c'è la lavatrice!

mercoledì 23 gennaio 2013

Ma oggi voglio tornare alla mia corte e all'età felice che lì ho vissuto e lasciare per un pochino tutti quei nomi, date e annotazioni che, lo so, potrebbero annoiare chi legge ma non me che ne vedo il filo che lega al presente. Ora, mi sono chiesta perché trasporto su quest'aggeggio i miei ricordi e soprattutto perché veda in questi tanta bellezza da condividere. Non c'è una risposta precisa ma parto dai bambini. Che si farebbe senza i bambini? Sono il sale della vita, sono lo stupore, la grazia, la ritrosia, il germoglio verde di un fiore...poi crescono e tutto quello che hanno sperimentato con i loro sensi e col cuore lo porteranno con sé nello scorrere dell'esistenza. Così in un "grande" resta sempre il bambino.

martedì 22 gennaio 2013

Dal Magro erano lontani, nel 1890, 4 abitanti, da Corte Pistelloni 7, al Palazzaccio ben 17. Ora metto di seguito i luoghi e le corti con il numero di emigrati:
A Mennone 1, Corte Landucci 7, all' Occhino 3, al Galleni 2, all' Orsolini 4, a Dovichetti 1, a Berchielli 3, a Patacchi 8, a Piaggetta 7, a Martinelli ben 41 quasi tutti in America tranne 2 o 3 in Francia, a Nardoni 13, a Giorgio 8, al Franchini 1, dalle località Maestresi, al Petri e al Greco sono fuori 24 persone in tutto. Nelle zone intorno alla via Pisana abbiamo Corte Bardelli (non so bene dov'era) 11, alle Capanne 6, via Pisana e Cello 8, Corte Marchi 20, Corte Buchignani 14, Corte Puccetto insieme a una corte detta Puccinelli registra 16 emigrati. Considerato che le fotocopie di cui mi sono servita sono ormai poco leggibili e anche, in parte, non molto ben centrate e che posso aver segnato male i dati, ritengo che questa stima di persone all'estero nel 1890 sia credibile abbastanza. Ne ho contate un numero che si avvicina al 400.
Gli zii d'America erano parte delle nostre famiglie anche se erano così lontani e i loro discendenti avrebbero  scritto, inviato soldi, pacchi di vestiti, qualcuno sarebbe tornato in visita dopo anni, la maggior parte sarebbe tornata là, dove aveva costruito famiglie, case, dove aveva generato figli che gli avrebbero regalato nipoti.

lunedì 21 gennaio 2013

Da Corte Pettinati, intorno a Musolino, io l'ho sempre chianato così quel luogo, ho saputo oggi il nome della corte, se ne vanno in 6, da Lencioni (dov'era?) in 4, da Bellezza e Ciocco in 2 e da Corte del Vecchio in 6. Queste ultime località, penso gruppi di case, erano su Via del Tirassegno ma già quando ero piccola non le ho mai sentite nominare. Sullo stradone sono elencati gli abitanti di Corte Venturi e di Corte Masini,dalla prima sono partiti in 15 (per uno viene annotato "fuori"), dalla seconda 8 ( per tre si annota "Affrica", con due effe, come viene più naturale scrivere). Si va poi in cima a via Boboli e si mettono i dati di Corte Brillo e di Corte Pardini, sono 14 le persone partite. Si percorre la via verso nord e c'è Corte Fibbiani, da qui risultano usciti verso l'America in 4 e ci sono 2 persone che sono partite da Pingàno, dove abitava una sola famiglia molto numerosa. A Pingàno si andava a fare il merendino e collane di margherite e a mangiare fasci di erba aceta ma non c'erano case, forse un residuo restava la celebre casina del Bisordi? Sono i campi che restano tra la nostra corte e il Fossetto che non esiste più.

domenica 20 gennaio 2013

Dalla località Ai Ceci ne sono partiti 2 e, annota il Parroco, una famiglia di 4 persone partirà nel 1891.
Dalle Piagge 3 (uno a Napoli). Località Al Camposanto: se ne va una famiglia di 3 persone; da Millo parte una famiglia di 4 componenti e due singoli. Corte Lenzi perde 28 abitanti, da Gallino/a ne partono 10 come da Corte Fantoni. Anche da Meassino emigrano in due...

sabato 19 gennaio 2013

Sono elencate anche i luoghi di partenza e per alcuni l'anno.
Da Corte Piagge partono due fratelli, dalla Casa nuova marito, moglie e un figlio, da Corte Lenzi marito, moglie e due figli, da Corte Fantoni marito, moglie e un figlio, da Patacchi due nuclei familiari di tre persone ( per una viene specificato che è in Francia) e uno di quattro (partiti nel 1889 e ritornati nel 1894) poi si passa alla via Pisana dove si trovano all'estero una famiglia di otto componenti, una di sette, cinque di sei, due di cinque, una di quattro, quattro di tre e due di due. Se non mi sono scordata qualcosa e se ho contato bene sono in tutto più di cento persone, partite tra il 1884 e il 1890. Ma oltre queste intere famiglie partite, ci sono nell'elenco delle Anime annotazioni su singole persone delle 535 famiglie...

venerdì 18 gennaio 2013

Sant'Anna diventava sempre più popolosa anche grazie ai figli che nascevano a frotte, le famiglie erano, a dir poco, numerose, 8,10,12 figli erano abbastanza frequenti. "A mantenerli!" si potrebbe dire, ma erano altri tempi. Sia come sia la situazione non era certamente delle migliori e una maniera per ovviare alla difficoltà di sfamare tante bocche era andarsene a far fortuna, andare a vedere se lontano di lì si potessero "scuotere gli alberi" per avere i soldi, andare alla ventura, insomma, perché i primi che son partiti e specialmente quelli che hanno traversato l'oceano sono andati veramente alla ventura con tutto quello che ha comportato.
Nel 1890 il Parroco Pio Masini prima di iniziare lo Stato delle Anime di quell'anno scrive qualche paginetta dove elenca le famiglie intere emigrate in America, 24 famiglie intere...continua

giovedì 17 gennaio 2013

A volte il parroco scrive accanto ad alcuni nomi anche la provenienza.
Ho annotato queste:
Da Monte S.Quirico (scritto anche Monsanquilici) sono venuti i Del Debbio, i Bemi e i Giorgetti.
Da Gallicano i Moni.
Da Trassilico i Vannetti.
Da Vallebuia i Frugoli.
Da S.Concordio i Berti e i Casali (un Casali anche da Sorbano)
Ancora da Sorbano i Galli.
Da Guamo gli Orsolini.
Da Nozzano i Cattani.
Da Piazzano i Giambastiani.
Da Verciano i Massoni.
Da S.Terenzo di Lerici i Carosini e i Perfetti.

mercoledì 16 gennaio 2013

Negli Stati delle Anime del 1873 le famiglie di Sant'Anna erano 486, gli abitanti 2890. Qui si comincia a intravedere la dimensione dell'emigrazione.
In America sono andate 30 persone (non viene specificato Nord o Sud).
In Francia 12, di 7 di questi viene specificato "Marsilia", cioè Marsiglia.
In Corsica 2 persone ma si sa che quella era proprio un'emigrazione di tipo stagionale, si andava e si tornava dopo qualche mese.
In Sardegna risultano 3 persone e in Egitto 1.

Ce ne sono poi 20 che sono "fuori", non si sa dove.
In questo anno di corti e luoghi di Sant'Anna ne sono elencati una settantina. Alcuni non li troveremo più come "Alla Fabbrica Bicchi", "A Trocchi", "Al Babbano", " A Pingano", "A Mennone", "Sullo Stradone alla volta di S.Angelo", "Al Galleni", "Al Malandrone", "A Giorgio", "Ai Chiurli dopo Giorgio", "A Beppino del Magro", "Al Polentino", "A Vico", "A Raimondo", "Marianino", "Alla Chiusa del Bernardini".

martedì 15 gennaio 2013

Metto alcuni dati che mi sembrano significativi sulla popolazione di Sant'Anna.
Mi servo delle fotocopie che ho a disposizione.
Nel 1828, quasi due secoli fa a Sant'Anna sono elencate 301 famiglie e 1784 abitanti. I luoghi segnati l'anno prima erano: Canonica, corte Pistelloni (la prima corte codificata?), Al Palazzo e Strada Pisana. In 12 famiglie compaiono figli di primo e secondo letto (nascevano tanti bambini, il parto era un accadimento rischioso e le mogli morivano giovani, i bimbi pure morivano: "non fiatò", "visse un'ora" si trova scritto e molti sono i battesimi fatti dalle balie e a volte ripetuti dal Parroco). In 10 famiglie si trovano altrettanti "garzoni" e 5 risultano essere le "serve", ci sono anche 4 "figli dell'ospedale", bambini e bambini che venivano presi tra i "trovatelli" e in qualche modo entravano a far parte di una famiglia. Il Parroco annotava anche, con il termine "emigrati" le persone fuori di casa. Ne ho contati 9 ma non è specificato, tranne un caso, (emigrato al servizio a Livorno") dove queste persone si erano dirette. Più avanti negli anni si vedrà la dimensione del fenomeno migratorio.

lunedì 14 gennaio 2013

Le donne erano contadine, 36, tessandore, 21, sarte e cucitrici, 9. C'erano 2 braccianti, 7 donne di casa, 2 bottegare e una negoziante.Riguardo alle località di provenienza degli sposi prevale ancora Sant'Anna, 42, ci sono 5 sposi di S.Concordio, tre di Nave, due di Avane (Pisa), due di S.Alessio, due di S.Maria a Colle, due di Pozzuolo, due di S.Angelo e due di Lunata. I restanti provengono da Toringo, S.Terenzo di Lerici, S.Donato, Saltocchio, Pugnano (Bagni di S.Giuliano), Nozzano, S.Michele di Moriano, Lucca città, Montuolo, Pontetetto, S.Macario, Antraccoli, Cerasomma, S.Marco, Mutigliano, Torricchio di Pescia e uno da Badia (non specificato quale).

sabato 12 gennaio 2013

Interessante anche vedere il tipo di lavoro svolto in passato e dagli uomini e dalle donne: Purtroppo, negli Stati delle Anime dove sono elencate tutte le persone, non sono annotati i mestieri, con qualche eccezione, allora farò un altro elenco dei lavori svolti dagli sposi e delle spose negli anni dal 1856 al 1860 (siamo quasi Italia!). Gli uomini che si sono sposati a Sant'Anna dal 21 agosto 1856 al 12 febbraio 1860, circa tre anni e mezzo, facevano questi mestieri:
Contadini  42, agricoltori  4, braccianti 8 (uno era anche sarto), fabbri 4, legnaioli 3, calzolai 2, fornai 2, falegnami 2 (uno era possidente), possidenti 2 (uno negoziante). Uno sposo svolgeva uno dei seguenti mestieri: funaro, seggiolaio, macinator di tinte, conciator di corami, cioccolatiere, caffettiere, muratore (e anche contadino), carratore, navicellaio, impiegato al vapore. Il carratore era l'artigiano che faceva e riparava i barrocci...continua

giovedì 10 gennaio 2013

Le famiglie Puccinelli erano 6 come i Giovannetti; abbiamo 5 famiglie Mencacci e Dal Pino, 4 Buchignani e Masini. Tre famiglie sono rappresentate dai Landucci, Vannucci, Cagnacci, Lippi, Cavalletti, Biagini, Chelini, Domenici e Padreddii. 2 famiglie sono Maestresi, Giurlani, Paladini, Orsolini, Stefanini. Moltissimi cognomi compaiono in una sola famiglia: Burichetti, Michelucci, Casali, Moni, Giusti, Lucchesi, Fabbri, Berchielli, Tognazzini-Scatena, Bertocchi, Betti, Morgantini, Petrini, Da Torre, Barsuglia, Pera, Poli, Chiocca, Micheletti, De Santi, Berti, Selmi, Del Frate, Giorgetti, Del Debbio, Lorenzetti, Bernardini, Francesconi, Puccini. Una bella scelta di cognomi che non rappresentano, però, tutte le donne che, sposate e poi, spesso, vedove prendevano il cognome del marito. In quegli ultimi anni del 1796 dovevano esserci i primi nuclei delle corti santannesi ma, come si vede, le casate erano già in gran parte presenti.

mercoledì 9 gennaio 2013

Una cosa che m'interessa molto sono i cognomi. Ho ha disposizione lo Stato delle anime del 1795, lontano eh? Le famiglie che abitavano a Sant'Anna erano 259 e le "anime" 1454. Ho controllato i cognomi e vedete voi come dopo più di duecento anni ancora si conservino.
Dunque questi erano i cognomi:
Pardini        45 famiglie
Martinelli    33 famiglie
Marchi       17 famiglie
Di Luca      17 famiglie (allora si scriveva Di Luca poi De Luca)
Lenzi          15 famiglie
Barsotti       10 famiglie
Minucciani   8 famiglie
Bonturi        7 famiglie
....continua

martedì 8 gennaio 2013

Ed ecco i mestieri delle spose:
Contadine                45
Tessandore              27
Sarte e cucitrici       10
Donne di casa          8
Negoziante              1

I mestieri delle donne, tranne quell'unica negoziante il cui marito è capitano di bastimento, si svolgono in casa o nei campi. Le spose classificate come "donne di casa" si sono sposate generalmente con artigiani.
Sant'Anna era luogo di campi coltivati e la maggioranza degli uomini e delle donne lavorava sulla terra.
Un'altro dato interessante è quello riguardante "il popolo al quale appartiene lo sposo", "popolo", in questo caso è il nome della frazione: ad esempio, popolo di Sant' Anna, comunità di Lucca.
La maggior parte degli sposi è di Sant'Anna (49) ma si intravede una piccola mobilità.
Da S.Donato ne provengono 7, da Lucca città 5 come da S.Concordio, 4 da Nave, 3 da Fagnano e da S.Marco, poi abbiamo uno sposo per ognuno dei seguenti luoghi: Mugnano, S.Michele in Escheto, S.Vito, Orbicciano di Camaiore, S.Angelo, S.Filippo,, S.Martino in Freddana, Capannori, Gattaiola, Camigliano, Santa Maria del Giudice, Viareggio, Avane di Pisa, Livorno, S.Terenzo di Lerici (il capitano di bastimento).

lunedì 7 gennaio 2013

E si ricomincia con lo spulciare i vecchi registri dell'Archivio parrocchiale di Sant'Anna.
Registro dei matrimoni dal 1851 (primo marzo) al 18 agosto 1856. L'Italia non era ancora unita, ma ci si stava avvicinando. Agli sposi non so quanto interessasse ma certo speravano in un miglioramento della situazione. In quei cinque anni e qualche mese ci furono 91 matrimoni.
Bene, la cosa che mi ha interessato di più, per il momento, sono i mestieri che facevano gli sposi; parto dai maschi.
Contadini                30 (tre di loro fanno anche i barrocciai)
Agricoltori               18 (uno è specificato come possidente)
Calzolai                    10
Muratori                    5
Sarti                          4
Braccianti                  3
Poi c'erano barrocciai, fabbri, pastari, conciatori di pelle, fabbricanti di cera: ognuno di questi mestieri era svolto da 2 degli sposi.
 Tra gli sposi potevamo trovare un bottegaro, un negoziante, un capitano di bastimento, un capo navicellaio, un orologiaro, un fornaio, un rigattiere, un garzone, un ebanista, un barbiere, un legnaiolo.... continua.

domenica 6 gennaio 2013

E così siamo a Befana e da domani ricomincia la scuola, il lavoro o la sua ricerca, si mettono a posto palline colorate e statuine di presepi, si bruciano rami di agrifoglio ormai seccati e si va avanti sperando in bene. Questo sistemare nelle scatole gli oggetti natalizi per me è sempre stato un atto necessario per iniziare veramente il nuovo anno, con un pò di nostalgia ma anche con il sollievo di ritornare a momenti più tranquilli e alle cose ripetitive ma preziose della vita quotidiana. Insomma...per me il 2013 comincia domani. Buon anno a tutti.

venerdì 4 gennaio 2013

Si cominciò a urlare: Buona Befana! dirette alle finestre delle case, come un augurio, ma non passava proprio nessuno, solo quell'uomo provvisto di ombrello che camminava un pò piegato (non c'era però molta luce per vederlo bene). Si cominciò a traversare la piazza per entrare dentro Porta Santa Maria, io e Alga eravamo ultime, io guidavo e era assai se vedevo davanti a me. Sentii che qualcuna avanti a noi diceva qualcosa poi vidi le bici prendere la corsa verso la Porta e anch'io cercai di far girare di più i pedali ma, tra Alga che sembrava voler saltare giù dalla canna e la confusione per non aver capito cosa succedeva, la bicicletta si andò a fermare in mezzo ad alcuni alberi che ancora resistono, a destra della Porta. Alga con un balzo felino scese finalmente dalla canna e scappò come un fulmine e io rimasi lì a tenere la bicicletta in piedi ignara di quanto stava succedendo e vedevo befana e befanotti che facevano capolino da un'arcata della Porta. Non feci in tempo a chiedere nulla che una gragnola di colpi sulle spalle e sulla testa mi fecero quasi lasciar andare la bicicletta (non so come mai ma non la volevo lasciar cadere) e una serie di parolacce mi fecero girare per cercar di capire il perché. Quell'uomo solitario che avevamo visto poco era arrivato di corsa alle mie spalle e mi stava prendendo a ombrellate, cercava di togliermi berretto e sciarpone e urlava ma appena mi vide in viso riconobbe forse di aver esagerato e se ne tornò per la sua via. Io raggiunsi le mie amiche anche rimproverandole un pò e si continuò a pedalare per andare in Piazza Grande.

giovedì 3 gennaio 2013

Ed ecco la mitica serata della vigilia di Befana che ci fa schiantare dalle risate ogni volta che incontro Liana, che non l'ha vissuta di persona ma è come se fosse stata lì, nascosta dietro un albero e avesse fotografato nella mente tutto l'accaduto, diciamo che sa tutto meglio di me.
Allegre e ridenti, con le biciclette, in quella sera piovigginosa, eravamo cinque o sei, travestite da befane e befanotti (la Befana era Alga) partimmo da corte Fibbiani e, percorsa la circonvallazione, arrivammo a Borgo Giannotti, dove in una casa ci aspettava una giovane donna, che lavorava con Grazia, o addirittura era "la padrona" del laboratorio di pellami per borse dove lavorava. Aveva una bimba, mi sembra, e noi le facemmo da befana. Si mangia qualcosa, si beve quel che ci è offerto (i baffi e le barbe davano una noia!) e si riprendono le biciclette per andare dentro la città (o ragazzi, si voleva andare in piazza Grande a farci fotografare dal giornale "la Nazione": lo spumante aveva agito). Io guidavo una bici provvista di canna (quella di mio padre?) e proprio sopra la canna si era seduta Alga; tra scialli, cappelli, vestiti pesanti, bastoni e forse ombrelli si camminava piano, eravamo in fondo alla fila delle tre o quattro biciclette. Non c'era quasi nessuno sulla strada, o meglio, una sola persona, un signore a piedi, provvisto di ombrello, che andava nella direzione contraria alla nostra....continua

mercoledì 2 gennaio 2013

In questi giorni che ci portavano fino alla vigilia di Befana, dopo che per tanti anni avevamo avuto noi Befane e befanotti che ci cantavano rime bellissime e ci portavano carbone e regali, volevamo rendere questo favore ai più piccini (che, ahimè, cominciavano a scarseggiare nella corte) e ci si preparava per affrontare quella serata... Gonnellone, camicie pesanti dei padri o dei fratelli, mantelline di lana della nonne, fazzolettoni di lana per la testa, stoppa per i capelli bianchi/giallicci, carbone e occhiali scuri per nascondere i visi. Il 5 gennaio, sulle nostre biciclette, a volte a piedi se le case erano abbastanza vicine si partiva in quattro o cinque, camuffate da befane e befanotti e si raggiungevano le abitazioni dei bambini. Mi ricordo che siamo andate una o due volte in corte Brillo per i miei cuginetti (secondi cugini) Pierangelo e Roberto, ma il ricordo più vivido, anche perché continuamente, anno dopo anno, è stato raccontato da Liana con fragorose risate da tenersi la pancia per non farsela addosso lo scriverò domani.