giovedì 3 gennaio 2013

Ed ecco la mitica serata della vigilia di Befana che ci fa schiantare dalle risate ogni volta che incontro Liana, che non l'ha vissuta di persona ma è come se fosse stata lì, nascosta dietro un albero e avesse fotografato nella mente tutto l'accaduto, diciamo che sa tutto meglio di me.
Allegre e ridenti, con le biciclette, in quella sera piovigginosa, eravamo cinque o sei, travestite da befane e befanotti (la Befana era Alga) partimmo da corte Fibbiani e, percorsa la circonvallazione, arrivammo a Borgo Giannotti, dove in una casa ci aspettava una giovane donna, che lavorava con Grazia, o addirittura era "la padrona" del laboratorio di pellami per borse dove lavorava. Aveva una bimba, mi sembra, e noi le facemmo da befana. Si mangia qualcosa, si beve quel che ci è offerto (i baffi e le barbe davano una noia!) e si riprendono le biciclette per andare dentro la città (o ragazzi, si voleva andare in piazza Grande a farci fotografare dal giornale "la Nazione": lo spumante aveva agito). Io guidavo una bici provvista di canna (quella di mio padre?) e proprio sopra la canna si era seduta Alga; tra scialli, cappelli, vestiti pesanti, bastoni e forse ombrelli si camminava piano, eravamo in fondo alla fila delle tre o quattro biciclette. Non c'era quasi nessuno sulla strada, o meglio, una sola persona, un signore a piedi, provvisto di ombrello, che andava nella direzione contraria alla nostra....continua

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