martedì 26 novembre 2013

Ma mia madre non mi lasciava al posteggio, dopo alcuni giri per le mercerie e negozi di stoffe sapevo che mi sarebbe toccato entrare nel negozio Martini dove mio padre lavorava da quando aveva 13-14 anni.
Cercavo di nascondermi dietro di lei e speravo che bastassero i suoi saluti ma quasi sempre mi sbagliavo: in fondo alla bellissima stanza, al di qua del lungo banco dove venivano poggiati abiti morbidi, cravatte, giacche, in una sedia che mi pareva un trono, sedeva la signora Amalia e mia madre mi sollecitava a salutarla. Con un filo di voce dicevo buonasera o buongiorno ma quasi sempre indovinavo la parola giusta dopo aver detto quella sbagliata e rimanevo mortificata e muta. Da quel momento la mia mente si preoccupava di quando saremmo uscite: avrei dovuto dire arrivederci o arrivederla?

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