venerdì 3 maggio 2013

Ieri mattina ho sentito, per la prima volta quest'anno, il verso del cuculo. Del resto, come avrebbe detto Manola, (una volta ve ne parlerò) è tornato maggio e deve ben tornare anche lui.
La sera e la notte, invece, un concerto gratuito di usignoli che commuove: sono canti, trilli, note che si odono distintamente, nel "quasi" silenzio che qualcuno ha la fortuna di avere. Abito qui, a Montecarlo, da circa vent'anni e in questi ultimi ho notato un incremento nella popolazione e soprattutto nella varietà di uccelli. Ora ci sono usignoli, upupe (qui le chiamano galletti marzuoli), i soliti storni, ma meno, i cuculi, piccioni e colombe che tubano tutto l'anno, le splendide gazze, gli aironi che seguono i trattori che arano i campi, nel cielo stormi di gabbiani messi a V che si spostano da est a ovest e viceversa (non so se è un bene) e a dir la verità ce ne sono molti altri che non conosco... Sono da poco andati via i pettirossi, un piccolo nucleo che torna nel tardo autunno e accetta le briciole che il vicino  mette nei vialetti dell'orto. I pettirossi quando si muovono sembrano farfalle tanto sono piccoli ma quando si posano sui rami sembrano gonfiarsi e mostrano il petto orgogliosi del loro colore. Sotto il tetto della casa adiacente alla mia, le rondini tornano al nido tutte le primavere e cinguettano (mi sembra un cinguettio, più che un garrire) tutto il giorno.
Specialmente nelle ore centrali della giornata, poi, in alto in alto, si sentono i gridi e si vedono i cerchi che disegnano nell'aria le poiane (quando due, quando tre) e questo accade per tutto l'anno.

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