giovedì 9 maggio 2013

Stamattina ho avuto una bella conversazione con una ragazza, Giulia, che sta terminando una tesi di laurea sulle corti e le loro trasformazioni nel tempo. Ho parlato quindi di Fibbiani in particolare ma anche di altre corti, delle fosse, del Fossetto, dei bagni al fiume e così via... Avrò modo poi di leggere questo lavoro che mi interessa moltissimo. Giulia si laurea in conservazione dei beni culturali, pensate! chi l'avrebbe mai detto che la corte lucchese sarebbe diventata bene culturale! Io sì. Case e stalle, capanne e lastrici, inventati da contadini e cresciuti, generazione dopo generazione a partire dall'Ottocento o poco prima hanno significato rispetto e cura del paesaggio, architetture semplici e  funzionali, armoniche tra loro e soprattutto la formazione di nuclei più o meno grandi di persone che condividevano lo spazio e il tempo lasciando il posto giusto a vecchi, giovani, donne e bambini e creando una socialità, uno scambio a volte anche aspro che si ricomponeva nel momento del bisogno. Feste, matrimoni, lutti, disgrazie erano partecipati da tutti e soprattutto le porte erano sempre aperte. Non voglio dire che tutto era "rose e fiori", naturalmente, né che si potrebbe tornare a quel modo di vivere, no, ormai non si potrebbe più; recuperare qualcosa sì, però.

1 commento:

  1. Io la ringrazio ancora perché è stata una conversazione davvero interessante che mi ha dato modo di capire più a fondo la vita della corte, al di là di tutto quello che ho potuto leggere in articoli e saggi.
    E la ringrazio ancora di più per la pazienza e il tempo che mi ha dedicato. Non appena sarà pronta sarò molto felice di mostrarle la tesi.
    un saluto grande, Giulia

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