sabato 29 dicembre 2012

"Fino a Natale né freddo né fame. Da Natale in là freddo e fame arriverà." Così ripeteva a volte mia madre esprimendo parole antiche (ma non poi così tanto) collegate a una società contadina che viveva del raccolto dei campi. Allora mi domandavo come mai dopo Natale poteva arrivare la fame: il freddo sì ma la fame era una parola che più tardi ho potuto capire nella sua accezione più brutta. Da piccola, se avevi fame mangiavi e forse la prima intuizione di cosa fosse la fame era legata al bussare, alla porta di casa, dei "poveri" al quale davi quasi sempre il pane; così il termine fame si sposava con povertà e cominciavi a capire come andava il mondo. Un altro modo di dire era: E' (proprio così) gli Innocentini, finite le feste, finiti i quattrini. E questo era più comprensibile perché i quattrini, pur pochi, durante le feste natalizie, venivano usati per il cibo, per i vestiti, per i chicchi e qualche regalo di Befana ai bimbi, per pagare i debiti al merciaino e alla bottega. Ma era un modo di dire quasi scherzoso e anche di sollievo per la fine di un periodo bello ma un pò turbolento.

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