domenica 10 febbraio 2013

La fossa

Si arrivava alla fossetta da una redola perduta
era piena di un'erbetta sempre verde, non tenuta.
Qualche bodda, qualche rana che sortite a passeggiare,
per la noia di stare in acqua,
se ne stavano nascoste sulle rive delle fosse.
Tantoché noi si rischiava di pestarne qualcheduna
e di farle gracidare contro il sole, non la luna.
Arrivate si toglievan zoccoletti o sandalini
e si entrava dentro l'acqua piena ancor di boddacchini.
E qualcuna si grattava una gamba, quatta quatta
"Non è niente, non è niente, era solo una bignatta!"
Con la tavola di Adolfo, messa lì per traversare
alle volte si saltava dentro ai campi ancor da arare
e da lì si apriva un mondo fino ai poggi del bel fiume
che aspettava, nell'estate, delle bimbe le nuotate.
Ma quell'acqua della fossa la ricordo cristallina
con quei fili d'erbe dentro che sembravano nastrini
e danzavano graziosi in balia della corrente
ch'era dolce e non veloce e non gli faceva niente.

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