domenica 10 marzo 2013

La foto non è bella, le persone sono male inquadrate ma si vedono molti edifici, alcuni per me interessanti. Io e Alga siamo vestite di bianco come Le figlie di Maria, da lì a poco saremmo dovute andare in processione e stiamo guardando sorridenti un angelino, forse Stefanino, un bimbo che guardava Dantina. Sempre lì, nell'aia di Elvira, un pezzo di pratino in basso a destra. A sinistra in alto una parte della casa dei Borelli, la prima villetta con la quale iniziò la scomparsa dei prati: ci sono molti panni stesi vicini, sono quelli di Teresa che continuò a tenere una striscia di campo che poi scomparve sotto una strada. Ma la casa che mi fa piacere rivedere, anche se non bene, è quella centrale, quasi inquadrata tra un pilone grigio e un'asta nera, quella dei Giangrandi. Perché non esiste più, fu distrutta, e con lei sparì la rosa, per far posto ad altri edifici come quello che si vede in fondo e che sembra minacciosamente avvicinarsi.Quel periodo fu anche quello della scomparsa dell'acqua del Fossetto e della riduzione a fogna della fossa dove avevamo sguazzato, pescato ranocchi e levato bignatte dalle gambe. Amen

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