martedì 8 maggio 2012

La casa di Enrico, il lattaio, rimaneva separata dalle prime tre da un piccolo prato e da un muro nel quale si apriva una grossa porta e, superatala, ci si trovava in un cortile interno coperto o semicoperto (comunque buio, la luce veniva giusto dall'apertura opposta); si poteva altrimenti fare il giro della corte e raggiungere l'altro spazio all'estremo sud dove si affacciavano le seconde porte delle case. Anche questa una casa nuova, penso, poco conosciuta. Enrico aveva una moglie rotondetta e sorridente, Beppina, una figlia, Enrica, che studiava da maestra e un figlio di nome Piero.

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