venerdì 15 giugno 2012

I giochi li imparavamo dai più grandi che ci dovevano tenere d'occhio quando eravamo troppo piccoli e così ci intruppavano e ci facevano giocare: passavano, consapevolmente o no, il testimone; quello che avevano avuto non si perdeva, si prolungava un tantino la leggerezza dell'infanzia e ci si rivolgeva ad altre cose lasciando un piede indietro, senza fretta di correre incontro alla vita. Abbiamo giocato tanto, fuori casa, insieme agli altri: se il gioco è il lavoro dei bambini noi eravamo stakanovisti, sempre a fare gli straordinari, il tempo non esisteva, non passava e nemmeno la fame ci riportava a casa se non dopo innumerevoli solleciti delle mamme.

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