lunedì 9 aprile 2012

Come allora torna primavera: Luisa si veste leggero, cammina sollevata, e vaporosa va in città.
La corte si fa bella per la processione, l'altare, i panneggi amaranto e dorati, i fiori, petali rosati e bianchi da spargere in terra, dove passano, insieme all'Altissimo, cuccioli rosa e azzurri argentati, bimbe in organdis e picchè, bianche splendenti, le scarpe pulite col bianchetto, e ragazze con fasce azzurre, intimidite, nascondono sorrisi con la mano e pensano agli sguardi che, dopo, ci saranno.
Le torte d'erba pronte, le mamme profumate, il rossetto alle labbra e il velo sui capelli, appuntati il giorno prima dalle pettinatrici.
Sarte e pettinatrici le donne della corte, e ricami sapevano fare a tovaglie e lenzuola di lino per botteghe eleganti di Lucca.
Loro, sul letto, canapa e cotone ricamati e odorosi di spigo.
Eleganti le donne e dritte con tailleurs unici, tagliati con sicurezza e cuciti con fili d'amore dalle sartine, le stoffe comprate da Gennarino (veniva in bicicletta e riuniva le spose ai cambi di stagione): ricordo il cappotto di mamma di lana pesante verde nero bianco e le fantasie di cotone dei miei pagliaccetti.

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