sabato 14 aprile 2012

Erano calde le notti e ancora sui gradini delle case, dopo cena (a volta caffellatte, un uovo affrttellato), a contar le stelle e a vederle cadere quelle scie, palpiti al cuore del cielo scuro, senza luna e nel buio intorno; anche la Madonna sull'incrocio della strada, buia, senza luci, solo quando qualcuno della corte aveva bisogno si accendevano lampadine.
Al buio dopo un pò ti abituavi, la strada e le buche le sapevi da sempre e i nostri volti splendevano di sorrisi e le voci si udivano, perfette (non macchine o motori o molto radi), basse a non turbar quel buio e quel silenzio e lo splendore del cielo con le stelle, negli occhi ancora porto il brillìo di quelle notti, insieme a quei sussurri, al mescolarsi di parole.

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