martedì 17 aprile 2012

L'estate cominciava a maggio nel salotto della casa di Matilde, addobbata di rose, quando, vicino il tramonto, ci recavamo grandi e piccini per il "maggetto", gli ultimi giorni con vestiti sbracciati e zoccoletti, i visi già arrossati dal sole.
Prima, a saltar le fosse, rischiavamo di pestare grosse bodde silenziose e pigre sotto i piedi nudi e leggeri, subito rinfrescati nell'acqua corrente della fossa e si respiravano odori e sapori come quelli del glicine che fiorisce due volte l'anno: mettevi in bocca il fiore azzurrino, succhiavi il dolce e volavi via sulla corda che tra una finestra della casa e l'altra della capanna di Elvira faceva da altalena, spinta a turno sul tempo di una filastrocca sillabata: " Fin-che-du-ra-fa-ven-tu-ra!" e chi volava spingeva il corpo con le gambe, con gli occhi e col cuore per secondare l'ultima spinta, la più forte, data dai compagni.

2 commenti:

  1. Il maggetto mi è così rimasto nel cuore che da quando hanno restaurato la chiesina di corte Lenzi, ci vado tutto il mese di maggio. Quando recito il Rosario e chiudo gli occhi rivedo l'altarino del Peschiera con almeno un fiore nuovo tutti i giorni. Ricordo che Ines una sera mi disse: corri a cercare un fiore che non ce ne sono di nuovi e io corsi.
    Ricordo anche che in fondo si cantava Mira il tuo popolo...anch'io festevole corro ai tuoi piè...Credevo che Festevole fosse un altro santo, vicino a S. Giuseppe e lo pregavo.
    Lucia Rosa

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    1. Sono sicura che S.Festevole o chi per lui avrà accolto volentieri le tue preghiere!

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