lunedì 16 aprile 2012

Nostra era la corte , con le case e l'acqua della pompa e il pratino, le porte sempre aperte per un pò d'alcol sulle ginocchia sbucciate ( il bruciore alleviato da soffi ripetuti) e tutti, tutte erano lì per ascoltarti, per difenderti, per rimproverarti, per disegnare vie fiorite davanti casa quando facevi la prima comunione ( che giornata pesa nella chiesa affollata, con le panche scambiate di posto che non la riconoscevi, col vestito che t'impacciava e i capelli arricciolati o coi boccoli): nelle fotografie visi stupefatti di bambole bianche; a casa, però, tutti i bimbi della corte intorno alla tavola allungata a bere cioccolata calda, versata dal servito buono usato in quelle occasioni e subito riposto nella credenza, e a gustare brioches gonfie e dolcissime, tolto alla fine il vestito bianco inamidato e indossato qualcosa di fresco e nuovo, cucito nelle sere precedenti con la Singer, il rumore mi faceva addormentare.

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