venerdì 28 settembre 2012

Continuando verso il Cantone, dopo la villetta costruita abbastanza presto, c'era una casa con cortile chiuso abitata da una donna con un bel viso aperto e capelli bianchi ma non vecchia, mia madre la salutava ma ora non ne ricordo, accidenti, il nome; da lì attraverso uno stretto stradello si entrava in una corte ma io non ci passavo mai, proseguivo sulla strada che si restringeva avendo da un lato la casa della bella Marisa e dall'altro Musolino che è stato bar, osteria, e altro ancora e poi casa di abitazione. Una serie di case attaccate portava al Cantone, bivio tra via Vecchi Pardini e via del Tiro a segno e caratterizzato da una statua di Sant'Antonio chiusa in una piccola edicola che veniva illuminata e decorata con fiori ogni 13 di giugno. Lì la strada faceva uno slargo e la sera di quel giorno (che era anche il compleanno di mia madre) si andava, in discreto numero, sul Cantone e si dicevano preghiere rivolte al santo perché facesse grazie a chi ne aveva bisogno.

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