sabato 22 settembre 2012

Il campo che si riempiva di grano, papaveri e fiordalisi fu poi deposito di paloni dell'Enel ma in fondo, verso sud rimase uno spazio con residui delle vecchie linee, ferraccio, altri oggetti che non so nominare. Lì andavano soprattutto i maschi ma era troppo interessante per lasciarlo soltanto a loro, così qualcuna di noi si avventurava, cosciente di essere minoranza, spinta specialmente da un grosso manufatto di ferro che si stava arrugginendo che aveva una struttura perfetta per fare le giravolte, sotto c'era erba che attutiva le eventuali cadute (che c'erano, e di schiena). Un giorno di sole, mi sembra tre di noi, ci incamminammo verso la struttura che era, però, già in uso ai maschi, tra i quali ricordo Piero Tapa. Si misero certo d'accordo e, troppo facilmente, ci cedettero il posto, poi quatti quatti se ne andarono a rifornirsi di "ghiove", proiettili di terra, e cominciarono a tirarle verso di noi che rimanemmo prigioniere: si poteva scappare soltanto passando davanti a loro e non lo facemmo. Tutte terrose e urlando di smetterla si rimase lì a prenderle finché qualcuno, forse Dantina?, non li spedì lontano.

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