giovedì 27 settembre 2012

Ma ora devo fermarmi davanti a casa di Doriano perché un ricordo lontanissimo mi mette davanti agli occhi una scena magica e paurosa: per mano a mia madre tornavo, forse, da fare qualche spesa, era quasi sera, a ovest c'era ancora un pò di luce. Alcuni ragazzi erano ritti su una fogna murata. Questa costruzione sparì prestissimo, ne ho solo quell'unico ricordo. Dicevo quei ragazzi ritti e vocianti stagliati sul tramonto, quasi figurine nere, in mano dei bastoni?, forse qualche barattolo pieno d'acqua?; la superficie della fogna era gialla di una polvere che, poi mi dissero, si chiamava carburo e io vedevo dei lampi di luce e sentivo dei forti schiocchi: una paura! Ma fu questa la prima e ultima visione, era passato il tempo di quei giochi e anche di quella polvere. Ieri sera, leggendo un libro di un autore svedese ho trovato questo: "Ricordo le lanterne a carburo. L'orrendo sfrigolio un pò minaccioso quando il carburo sul fondo della lanterna si mescolava con l'acqua, e la luce bianca e spietata che potevano emettere." Io non ho mai visto lanterne a carburo, nelle case tutti avevamo la luce elettrica ma abbiamo avuto entrambi una sensazione di paura e minaccia,  Lars Gustafsson in Svezia, io a Lucca.

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