lunedì 23 luglio 2012

A scuola ci facevano ripetere a memoria poesie e questo a me piaceva, avevo memoria visiva, quando recitavo vedevo la pagina del libro, e poi le poesie erano belle, con parole chiare e comprensibili, quasi sempre illustrate (e i nostri libri di lettura erano avari di disegni e privi di fotografie), insomma per me era un gioco impararle a mente e questa abilità portò anche a una costrizione che mi imbarazzava: ritta su una sedia dovevo recitare"La cavallina storna"al compleanno di Bernardetta e dire che quella poesia aveva termini difficili ed era lunga. Anche le preghiere che imparavamo in famiglia e in chiesa erano apprese esclusivamente a memoria senza nessuna spiegazione del significato, e la lingua delle preghiere, ricordo, era ancora il latino.

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