sabato 7 luglio 2012

Ma mi raccontava anche della guerra che era passata da non molti anni, di quando i tedeschi occupanti portavano via bestie e biciclette e allora tutti rendevano le bici come catorci togliendo fascioni e gomme e ricoprivano le ruote con cenci (le era rimasto impresso un tedesco che l'aveva fermata e aveva messo la ruota della bicicletta tra le gambe ma poi un altro tedesco l'aveva lasciata andare e quando avevano portato via il miccio a un uomo che conosceva). Le paure dei bombardamenti (allora abitavano in corte Puccetto e accanto c'era la ferrovia) e il rifugio che avevano scavato per difendersi, la difficoltà nel trovare il cibo e i chilometri che bisognava fare per procurarselo ma anche la gioia nel trovare il grano che macinarono nei macinini del caffè insieme a quelli della corte, che poi ci fecero i maccheroni più buoni che avessero mai mangiato. Tutto questo la scuola non ce lo insegnava.

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