venerdì 6 luglio 2012

La classe era tutta di bambine, eravamo un bel numero, non si poteva giocare insieme e quasi nemmeno parlarci, i cognomi li imparavamo dall'appello e anche l'ordine alfabetico. I libri erano interessanti anche se con parole sconosciute (mi ricordo un pezzo del libro di lettura che parlava del tifo, quello sportivo; per me il tifo era una malattia: Lavati le mani che prendi il tifo! dicevano e non potevo associare quella parola a una partita di calcio.) Ma molto migliori erano i racconti e le novelle che sentivo in corte. Mia madre poi, specie d'inverno o quando eravamo malati ci raccontava L'Indoraculi, l'Argentaculi oppure la storia di quel principe che voleva una moglie che non facesse pipì e popò oppure quella dei tre cani, uno si chiamava Frugapertutto, per gli altri devo sentire mio fratello, che aiutavano il padrone nelle circostanze più orribili. Ah, Spaccaferro e Spaccamontagne.

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